Le file continuano ad intasare i centri vaccinali. Il vaiolo delle scimmie, con 21mila casi nel mondo in 3 mesi, allarma e spaventa.
I dati e le dimensioni non sono nemmeno paragonabili al Covid-19, ma alcuni paradigmi dinamici risultano simili. La carenza di informazioni, test e soprattutto vaccini, ne è un esempio lampante.
San Francisco, lo stato di New York e la città di New York, avrebbero dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza di salute pubblica, facendo partire la campagna vaccinale. Nelle due grandi città, si concentrerebbe la metà dei quasi 5mila casi americani. Il 23 Luglio, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva delineato l’infezione “emergenza sanitaria globale”. Gli Usa hanno acquistato ben 800mila dosi di vaccino, la Commissione Europea altre 600mila, ma queste non saranno abbastanza.
Il parere del direttore dell’Oms
Secondo il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, servirebbero dalle 5 alle 10 milioni di dosi per tutelare le persone a rischio che “si concentrano al momento fra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, specialmente con partner multipli”. Stando ai dati Oms, il 99% dei contagi riguarda appunto i maschi.
Il virus si diffonde attraverso contatti stretti, nel 95% dei casi nei rapporti sessuali, soprattutto attraverso le vescicole infette della pelle. Ghebreyesus ha dichiaro che “lo stigma è pericoloso come un virus”. L’Oms sta pensando di rinominare la malattia, “che tra l’altro con le scimmie non ha nulla a che fare”.
Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno iniziato a offrire il vaccino alle categorie più a rischio. In Italia Arcigay “sollecita il Ministero della Salute a procedere a una strategia vaccinale”.